Eppure questo fenomeno si compie da un numero sterminato di secoli, nè pare che accenni a diminuire d’intensità, poichè dalle più antiche epoche storiche a oggi non risulta alterata la distribuzione della fauna e della flora alla superficie terrestre, il che si sarebbe certo prodotto se il Sole si fosse alquanto raffreddato, o se la sua emissione fosse per qualsiasi causa diminuita.
Possiamo quindi domandarci qual’è la origine di questa enorme provvista di calore nel sole, e quale la causa che la conserva sensibilmente invariata.
A questo proposito sono state discusse varie ipotesi. Si è dovuta intanto scartare l’idea che nel Sole abbia luogo una colossale combustione, poichè se ne conosce la massa, e anche se questa fosse costituita solo di idrogeno e di ossigeno nelle proporzioni necessarie alla combustione, il Sole sarebbe già spento da un pezzo.
Noi riferiremo solo la teoria di Helmholtz che attribuisce l’origine del calore solare a una condensazione di un’enorme massa caotica gravante verso un centro, con la conseguente trasformazione dell’energia potenziale in calore. Ammettendo che questa condensazione continui tuttora lentamente, e che perciò il Sole si vada sempre più riducendo di diametro, la produzione di calore sarebbe continua, com’è continua la diminuzione d’energia potenziale interna della massa solare; per compensare le perdite, dovute alla emissione sensibilmente costante di calore, la diminuzione progressiva del diametro solare calcolata risulta tanto piccola da non potersi mettere in evidenza coi nostri mezzi astronomici.
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