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      L’opposto avviene per quasi tutti gli altri corpi, come lo zolfo, la cera, la paraffina, il piombo, ecc.
      Applicando i principii della termodinamica a questo fenomeno della variazione di volume nella fusione, i fratelli Thomson poterono prevedere e dimostrare sperimentalmente che sotto forti pressioni la temperatura di fusione deve essere più bassa per le sostanze come il ghiaccio, e più alta per le altre. Così per l’acqua la teoria previde, e l’esperienza confermò, che l’abbassamento del punto di fusione è di circa 74 diecimillesimi di grado per ogni atmosfera di pressione esercitata. A mille atmosfere l’acqua sarà perciò ancora liquida a 7° sotto zero; Mousson è riuscito ad averla liquida fino a -18°, comprimendola sufficientemente. Queste enormi pressioni si esercitano da sè in un recipiente robusto ermeticamente chiuso e pieno d’acqua, qualora lo si esponga a un freddo intenso, poichè la congelazione non può avvenire che con un forte aumento di volume (circa l’otto per cento), cosicchè l’acqua eserciterà, per la tendenza a solidificare e per l’impossibilità di trovare lo spazio necessario, una enorme pressione sulle pareti e resterà liquida anche a temperature molto basse, quando non riesca a fendere il recipiente, nel qual caso si solidifica solo all’atto della consentita espansione.
      L’apparente plasticità del ghiaccio, per cui questo corpo si lascia modellare in una forma di bosso sottoposta a forti pressioni (fig. 19) e si lascia tagliare da un filo metallico tirato da pesi, risaldandosi dopo il passaggio del filo (fig.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





Thomson Mousson