Se ora prendiamo a considerare i fenomeni energetici che hanno luogo quando, per il sollevamento dello stantuffo, altro liquido si vaporizza, dovremo osservare che il vapore compie un lavoro, accompagnando con la sua pressione lo stantuffo che si solleva; e che inoltre, perchè il liquido si trasformi in vapore, deve anche essere compiuto un lavoro interno per liberare le molecole dai legami di coesione che nei liquidi sono ancora sensibili. L’energia necessaria viene sottratta al liquido, che nell’evaporazione si va progressivamente raffreddando.
In realtà, se si tengono per qualche tempo in una stanza ventilata un recipiente chiuso e una bacinella, entrambi con acqua comune, si potrà constatare che l’acqua della bacinella è più fredda, poichè l’evaporazione ha luogo in modo continuo, l’aria non giungendo a saturarsi per la ventilazione. La temperatura dell’acqua nella bacinella sarà tale che il calore che essa riceve dall’ambiente compensi quello che perde nell’evaporazione.
Per la stessa ragione versando sul bulbo di un termometro un liquido facilmente volatile, come l’etere, la colonna di mercurio si abbassa rapidamente; il freddo prodotto in simili condizioni può esser facilmente avvertito anche versando l’etere sulla nostra mano.
Se poi si facilita l’evaporazione col vuoto della macchina pneumatica, il raffreddamento diviene intenso anche con l’acqua, specialmente se si ha cura di assorbire rapidamente i vapori che si van formando, per mezzo di una sostanza essiccante come l’acido solforico.
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