Se adesso si eleva la temperatura fino al valore 99°.5, la pressione del vapore diviene 74,6 cm., qualunque sia il volume della bolla; e quindi quella dell’aria deve diventare solo 1,4 cm. Perchè questo avvenga la bollicina deve acquistare un volume circa 700 volte maggiore, tenuto conto dell’accrescimento di temperatura. Che se si riscalda l’acqua fino alla temperatura di 100°, con che la tensione del vapore eguaglia da sola la pressione esterna di 76 cm, la bolla si gonfierà senza limite, a spese del vapore che si va in essa formando, e allora l’adesione non basterà più a trattenerla sulla parete del vaso, ma essa sarà trascinata verso l’alto, dalla spinta voluta dal principio d’Archimede, fino ad aprirsi all’aria libera. Lo stesso avverrà di tutte le bollicine di cui è cosparsa la parete del vaso: il liquido presenterà quello svolgimento tumultuoso che noi esprimiamo dicendo che esso bolle.
Nè la temperatura potrà ulteriormente montare, poichè la grande quantità di vapore che si va formando sottrae continuamente il calore che il fornello comunica al liquido; secondo che questo ne riceve più o meno, la vaporizzazione si compirà più o meno rapidamente.
Siamo così riusciti a prevedere le due importanti leggi dell’ebollizione, che l’esperienza conferma:
1. Ogni liquido bolle a quella temperatura alla quale la pressione del suo vapore saturo uguaglia la pressione esterna.
2. Durante l’ebollizione la temperatura resta costante.
A conferma della interpetrazione data del fenomeno dell’ebollizione citeremo il fenomeno del soprariscaldamento dei liquidi, per cui quando in seguito a una prolungata ebollizione in un vaso si è scacciata via l’aria aderente, e, sospeso per poco il riscaldamento, lo si ricomincia di nuovo cautamente, può oltrepassarsi la temperatura di ebollizione senza che questa abbia luogo; mentre essa si determina improvvisamente, e in modo tumultuoso, appena si porti in seno al liquido un corpo poroso, ove siano perciò annidate molte bollicine di aria.
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Archimede
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