Esiste cioè per ciascuno di essi una temperatura detta temperatura critica (31° per l’anidride carbonica) al di sopra della quale, comunque il gas sia compresso, non è possibile veder separate le due parti, liquida e gassosa, e perciò non è possibile constatarne la liquefazione. E se per alcuni gas comuni (l’ossigeno, l’azoto, l’idrogeno, ecc.) si ottiene come isoterma la curva della fig. 28, se perciò essi furono dapprima ritenuti non suscettibili di liquefazione (incoercibili), ciò si deve al fatto che le temperature ordinarie sono per quei gas molto al di sopra della temperatura critica; mentre se si raffredda, per es., l’ossigeno alquanto al di sotto di -118°, la sua isoterma diviene simile a quella di un vapore; e, comprimendolo progressivamente, a un certo punto si separeranno nettamente lo stato liquido da quello aeriforme.
Adunque tutti i gas si potranno liquefare, quando se ne abbassi la temperatura al di sotto della temperatura critica. Ma questo è, molto spesso, assai difficile. Si è trovato invero che i gas più comuni hanno le seguenti temperature critiche:
Idrogeno — 234,5 Anidride carbonica 30,9
Azoto — 146 Acetilene 37,
Ossido di carbonio — 141,1 Ammoniaca 130
Ossigeno — 118 Cloro 146
Metano — 99,5 Anidr. solforosa 155,4
Etilene + 10,1 Acqua 364,3
Cosicchè alla temperatura ordinaria, per esempio a 25°, si potranno liquefare solo i corpi della seconda colonna; mentre per liquefare l’idrogeno si dovrà, oltre che comprimerlo, raffreddarlo alquanto al di sotto di -234,5, cioè a una temperatura straordinariamente bassa.
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Anidride Acetilene Ammoniaca Cloro Anidr Acqua
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