L’immagine sul foglio è netta solo quando il foglio è posto in P’Q’; al di qua o al di là a ogni punto dell’oggetto corrisponde un cerchio nell’immagine; e questa diviene più e più sfumata fino a divenire irriconoscibile. Ma la posizione di P’Q’ dipende dalla posizione dell’oggetto PQ; e si può dimostrare con le regole grafiche date, e verificare con l’esperienza, che:
1°. Avvicinando l’oggetto da distanza grandissima fino al centro di curvatura C, l’immagine, sempre reale, impiccolita e capovolta, si porta dal fuoco principale fino al centro C.
2°. Spostando l’oggetto dal centro C fino al fuoco (fig. 44) l’immagine si forma al di là del centro, ed è sempre reale, e capovolta, ma ingrandita.
3°. Finalmente quando l’oggetto si trova tra il fuoco e lo specchio, come nella fig. 45, ovunque si porti il foglio non vi si troverà mai l’immagine, e il foglio risulterà uniformemente illuminato. - Ciò è dovuto al fatto che i raggi divergenti che partono, per es., da P, dopo la riflessione restano divergenti, cosicchè il coniugato di P è adesso un punto P’ situato dietro lo specchio, e dell’oggetto PQ si ha un’immagine come P’Q’, diritta e ingrandita visibile direttamente con gli occhi (ma non ottenibile sul foglio di carta), come negli specchi piani. Si ha cioè un’immagine virtuale.
43. Specchi convessi. - Argentando esternamente una calotta sferica si ottiene uno specchio sferico convesso. In questo caso i raggi omocentrici restano ancora omocentrici, ma se sono inizialmente divergenti, dopo la riflessione restano tali, anzi aumentano la loro divergenza.
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