L’origine di questi colori può esser facilmente spiegata riproducendo in condizioni opportune l’esperienza dello spettro solare. Distendendo sullo schermo un foglio di carta bianca, lo spettro vi apparisce nelle condizioni descritte; se lo schermo è invece di carta nera, lo spettro sparisce interamente, poichè la carta assorbe tutti i colori egualmente; con un foglio di carta colorata spariranno alcune parti dello spettro, e saranno visibili le altre. Adunque le sostanze colorate per diffusione assorbono alcuni colori e diffondono gli altri; e questi fondendosi insieme dànno appunto il colore apparente della sostanza. Analogamente se si interpone, dopo il prisma, un vetro rosso o giallo, o una vaschetta con una soluzione colorata, si osserverà che sullo schermo bianco M mancano alcuni colori, che sono stati assorbiti dal corpo interposto; e ricomponendo i colori che restano, come nella fig. 65, si ottiene appunto la tinta che il corpo presenta per trasparenza.
I colori dei corpi rivelano adunque che essi hanno un assorbimento selettivo, o disuguale per le luci di diversa refrangibilità. Noi ci occuperemo più a lungo di questo fenomeno nel capitolo della Spettroscopia. Ma vogliamo notare sin d’adesso che il colore apparente dei corpi per diffusione o per trasparenza, per quanto somigli a quello di una parte dello spettro, non è mai un colore puro, cioè un colore indecomponibile, come quelli dello spettro. Possono invero due colori spettrali puri, sovrapponendosi, dare una tinta che l’occhio giudicherà eguale a una tinta intermedia dello spettro, ma che, decomposta col prisma, apparisce costituita da due luci diverse.
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Spettroscopia
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