- Abbiamo già fatto cenno al § 48, degli obbiettivi fotografici, degli obbiettivi per projezione e delle lenti d’ingrandimento; che son tutte applicazioni della proprietà delle lenti convergenti di fornire immagini reali o virtuali, impiccolite o ingrandite.
Daremo un cenno adesso di altri strumenti ottici più complicati, risultanti cioè dalla combinazione di diverse lenti.
Il microscopio composto serve all’osservazione di oggetti vicini molto piccoli, e risulta essenzialmente dall’obbiettivo e dall’oculare, che sono, ciascuno, un sistema di lenti il cui effetto equivale a quello di una lente convergente. La fig. 67 ne dà l’aspetto schematico.
L’obbiettivo HK ha una piccolissima distanza focale; poco al di là del fuoco è disposto l’oggetto ab fortemente illuminato, e l’obbiettivo ne produce una immagine reale rovesciata e ingrandita AB. Questa viene a trovarsi tra l’oculare MN e il suo fuoco F; si formerà perciò una nuova immagine virtuale A’B’ ancora ingrandita, osservabile direttamente con l’occhio da P.
Nel cannocchiale astronomico si ha pure un obbiettivo e un oculare entrambi convergenti. Il primo produce degli oggetti lontani un’immagine impiccolita, reale e capovolta, nel suo piano focale. Questa immagine viene osservata con l’oculare, che funziona, come nel microscopio, da lente d’ingrandimento.
Il microscopio e il cannocchiale astronomico danno un’immagine rovesciata degli oggetti, il che non produce inconvenienti per lo scopo cui tali apparecchi son destinati.
Ma per la visione di oggetti terrestri lontani, il rovesciamento dell’immagine non è più tollerabile.
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