Il principio può estendersi ancora: si può cioè circoscrivere intorno a O una superficie qualsiasi, i cui punti non siano perciò nella stessa fase, considerare questi come i soli centri di scuotimento, e calcolarne l’effetto in B, tenuto conto della diversa fase all’origine e della diversa distanza che le singole ondulazioni devon percorrere per giungere in B.
Come in Acustica, tutti i punti di una sfera che circonda il centro luminoso si troveranno nella medesima fase vibratoria, formeranno cioè una superficie d’onda; se il centro è abbastanza lontano, una parte della superficie medesima potrà considerarsi come piana, e le congiungenti col centro, cioè gli antichi raggi luminosi, che chiameremo raggi dell’onda, potran considerarsi come paralleli. Se una tale onda piana AB investe la superficie di separazione di due mezzi MN (fig. 70), i punti di MN saranno colpiti dall’onda uno dopo l’altro, e quindi A diverrà centro di un’onda parziale con anticipo sui punti di AC, o, ciò che è lo stesso, i punti di AC son contemporaneamente centri di emissione di onde con fase diversa; le diverse onde parziali si sovrappongono nel primo mezzo, e se si cercano i punti che hanno, come risultato, egual fase, si trova che questi punti son disposti su una superficie piana CD, la quale forma con MN un angolo eguale a quello formato da AB. Si ottiene cioè un’onda riflessa CD, i cui raggi CR formano con la normale CP un angolo r eguale all’angolo d’incidenza i.
Per spiegare la rifrazione, considerando sempre i punti di AC come centri di emissione di onde con fase diversa, basta ammettere che nel secondo mezzo la velocità di propagazione dei raggi sia differente; e precisamente minore se il secondo mezzo è più rifrangente del primo.
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Acustica
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