Quello che si è detto per la retta CE dello schermo vale per tutte le altre dello schermo medesimo, parallele a CE, e che son fuori del piano della figura; cosicchè guardando lo schermo lo si vedrà solcato da frange oscure e luminose, dette appunto frange d’interferenza, che presentano all’incirca l’aspetto della fig. 73.
La larghezza delle frange, o la distanza tra due successive, dipende dalla distanza AB delle sorgenti, dalla distanza tra AB e lo schermo, e infine, a parità delle altre circostanze, dalla lunghezza d’onda della luce impiegata. È chiaro infatti che adoperando luce di lunghezza d’onda minore, basterà spostarsi meno sullo schermo, a partire da C, perchè la differenza delle distanze AD, BD eguagli mezza lunghezza d’onda, perchè s’incontri cioè il centro della prima frangia nera. Adunque con luce rossa le frange saranno più distanti, con luce violetta più rinserrate, e con luce bianca i diversi sistemi si sovrapporranno solo nelle immediate vicinanze di C, e al di là si confonderanno, dando luogo anzichè a frange oscure, a frange colorate.
Per realizzare questa esperienza fondamentale, occorre avere due sorgenti A e B che vibrino identicamente; il modo più semplice di ottenerle consiste nel praticare due fori A e B, molto vicini, su uno schermo (fig. 74) e illuminarli con la luce emergente da un altro foro O. Sullo schermo bianco S situato a una certa distanza si potranno osservare le frange, ovvero si può vederle direttamente collocando in C un buon oculare. Il fenomeno riesce più visibile ricorrendo a una fenditura stretta, perpendicolare al piano della figura, O, al posto del foro e sostituendo ai fori A e B due altre fenditure esattamente parallele alla prima.
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