Nel caso della fig. 79 la rotazione del nicol darà luogo a variazioni d’intensità del fascio emergente, secondo che XY è parallela al grande o al piccolo asse dell’ellisse; infine nel caso della polarizzazione circolare (fig. 80) la luce emergente dal nicol sarà d’intensità costante, qualunque sia la direzione di XY.
In ogni caso teniamo presente che la luce la quale emerge da un nicol, qualunque sia la luce incidente, vibra rettilineamente nel piano della sua piccola diagonale.
61. Doppia rifrazione. Produzione della luce polarizzata. - Ciò posto costruiamo un prisma di quel bel cristallo che i mineralogisti chiamano spato d’Islanda; e facciamo che il suo spigolo A (fig. 81) sia parallelo all’asse di simmetria del cristallo, cosicchè l’asse si proietti sul piano del foglio secondo un punto, come lo spigolo A. Facciamo cadere sulla faccia AB un raggio monocromatico polarizzato, le cui vibrazioni si compiano normalmente al foglio, e quindi parallelamente all’asse cristallografico; il raggio seguirà il cammino SIPQ subendo una certa deviazione. Ruotiamo adesso il nicol polarizzatore in modo che il raggio incidente sia sempre SI, ma le vibrazioni si compiano nel piano del foglio, cioè (entro il prisma) perpendicolarmente all’asse del cristallo. Troveremo che il percorso del raggio sarà adesso IRT, cioè che il raggio subisce una deviazione maggiore ed ha perciò un indice di rifrazione maggiore.
Adunque nello spato, e così in altri cristalli non appartenenti al sistema monometrico, l’indice di rifrazione non dipende solo dal periodo della luce, cioè dal suo colore, ma anche dalla direzione delle vibrazioni; e per lo spato i raggi le cui vibrazioni si compiono normalmente all’asse hanno un indice di rifrazione maggiore di quelli le cui vibrazioni sono ad esso parallele.
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Islanda Facciamo
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