Le sostanze da noi chiamate trasparenti lo sono in realtà per le radiazioni dello spettro visibile, ma assorbono in generale le più lente o le più rapide; tutti i corpi possiedono cioè delle bande d’assorbimento più o meno larghe, e diversamente distribuite nell’intera gamma delle vibrazioni luminose. Nessuna meraviglia quindi che noi non riusciamo a vedere le radiazioni ultrarosse e le ultraviolette, che sono assorbite appunto dai mezzi rifrangenti oculari, ma che potrebbero riuscire insensibili anche senz’essere assorbite, così come i raggi rossi sono privi d’azione chimica su una lastra fotografica a base di bromuro d’argento.
66. L’emissione e l’assorbimento dei solidi. Leggi di Kirchoff, di Stefan, di Wien. - Noi abbiamo detto che un corpo caldo, come una pentola d’acqua bollente, perde calore per irradiazione, in virtù di raggi calorifici invisibili che si propagano in tutti i sensi e trasportano energia nei corpi che incontrano e li assorbono. Questi raggi calorifici sono appunto quei tali dello spettro invisibile ultrarosso che si distinguevano dai raggi visibili solo per la maggiore lunghezza d’onda, e la conseguente minore rifrangibilità.
Di questa identità si è data ormai la dimostrazione sperimentale più convincente, provando che tutte le esperienze d’ottica possono essere ripetute sostituendo alla sorgente luminosa un solido alla temperatura, per es, di 100°, e che i raggi emessi dal solido, inegualmente deviati da un prisma di salgemma, prendono il loro posto nello spettro ultrarosso, costituendo uno spettro continuo invisibile, nel quale la distribuzione d’energia ha lo stesso andamento generale della curva II dello spettro solare, solo che il massimo di energia è molto al di là dell’estremo rosso, e nelle vicinanze di questo la emissione è già divenuta insensibile.
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