Noi non riferiremo perciò i particolari delle esperienze che servirono a Coulomb per enunciar la sua legge, di cui la parte essenziale si può esprimere nei termini seguenti:
Le forze che si esercitano tra due corpi elettrizzati piccolissimi agiscono secondo la retta che li unisce, e sono inversamente proporzionali al quadrato della loro distanza.
Per enunciare la seconda parte della legge di Coulomb dobbiamo prima introdurre il concetto di misura delle cariche elettriche. A tal fine quando due piccolissimi corpi A e B esercitano su un terzo C la stessa forza alla stessa distanza diremo che A e B contengono eguali cariche elettriche. Se, invece, per eguagliare la forza esercitata da A su C, occorre riunire in un unico corpo piccolissimo diversi corpuscoli come B, in numero di 2, 3, 4,... m, diremo che A contiene una carica doppia, tripla,... emmupla di quella di B.
In quest’ultimo caso se si confrontano le forze esercitate alla stessa distanza sul terzo corpo C da A e da uno dei corpi B, si trova che la prima è m volte maggiore della seconda. Anche questo risultato, di origine sperimentale, si deve a Coulomb.
Assumendo adunque come unità di carica elettrica quella che a distanza di 1 cm. da una carica eguale esercita su di essa la forza di una dine, un corpuscolo avrà una carica di m unità se sull’unità di carica a 1 cm. di distanza esercita la forza di m dine. E allora due corpi, aventi le cariche di m e m’ unità, agiranno tra loro a 1 cm. di distanza con una forza m’ volte più grande della precedente, cioè con la forza di m m’ dine.
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Coulomb Coulomb Coulomb
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