Supponiamo che in A (fig. 101) il potenziale abbia il valore 100, e in B il valore 70; ciò vuol dire che portando una pallina carica dell’unità di elettricità positiva da A fino a distanza grandissima, le forze elettriche fanno il lavoro di 100 ergon; mentre il lavoro è di 70 ergon partendo da B. Ma il lavoro eseguito partendo da A è sempre 100 ergon, qualunque sia il cammino percorso; in particolare noi possiamo sceglierne uno che passi per B, e allora, dei 100 ergon totali, 70 saranno eseguiti da B in poi, e perciò da A a B ne saranno eseguiti
30 = 100 - 70
qualunque sia il cammino tra A e B.
Adunque le forze elettriche compiono sull’unità di carica, che si sposta da un punto a un altro, un lavoro eguale alla differenza tra il potenziale del punto di partenza e quello del punto di arrivo.
È chiaro allora che se Q unità di carica passano dal punto ove il potenziale è V1 al punto ove il potenziale è V2, e se lo spostamento di questa carica Q non altera sensibilmente i valori dei potenziali V1 e V2, il lavoro fatto dalle forze elettriche sarà :
L = Q {V1 - V2)
È questa la formola fondamentale della energetica elettrica. Essa è perciò la base dell’elettrologia moderna, che ha di mira specialmente l’energia che si assorbe o si sviluppa nei fenomeni elettrici. Misurando Q in unità elettrostatiche, e, V1, V2 nel modo che noi abbiamo definito, L viene misurato in ergon; ma misurando Q in coulomb, e i potenziali in volta, che è un’unità 300 volte più piccola della precedente, il lavoro risulterà valutato in joule.
| |
|