Questo ragionamento può esser ripetuto per un conduttore di qualsiasi forma e dimensione, carico o no, e collocato in un campo qualsiasi. Quando le cariche proprie o d’influenza si saranno definitivamente distribuite e fissate alla superficie del conduttore, il loro equilibrio rivela che non esiste alcuna forza che tenda a spostarle verso i punti adiacenti della superficie, e perciò che tutti i punti del conduttore si trovano allo stesso potenziale.
Se poi nel campo si trovano due conduttori, portanti o no delle cariche proprie, ma sempre carichi per influenza (poichè esistendo forze elettriche esse sposteranno inversamente le cariche positive e negative naturali dei conduttori esistenti nel campo) e l’uno ha un potenziale maggiore dell’altro, mettendoli in comunicazione con un filo le cariche positive scorreranno nel filo dal corpo di potenziale maggiore verso quello di potenziale minore. In virtù dello spostamento di queste cariche i potenziali nei varii punti del campo si alterano, e quando il moto elettrico sarà cessato, i due conduttori si troveranno allo stesso potenziale.
Come si vede, partendo dalla definizione matematica di potenziale, siamo pervenuti a riconoscerne dei caratteri che identificano il concetto fisico di potenziale con altri concetti che ci sono ormai familiari; quello di pressione di un fluido e quello di temperatura. Come un fluido è in quiete solo se in tutti i punti regna la stessa pressione, e invece esso si muove quando esistono differenze di pressione; come il calore passa dai corpi di maggiore a quelli di minore temperatura; così quando l’elettricità è in equilibrio in un conduttore tutti i suoi punti hanno lo stesso potenziale, e invece essa si muove dai conduttori di potenziale più alto verso quelli di potenziale più basso.
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