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      Questi si chiamano poli dell’ago, o del magnete.
      2. Disponendo l’ago su una punta, per mezzo di un cappelletto che gli consenta di muoversi in un piano orizzontale (fig. 111), come anche sospendendo un magnete in forma di sbarra a un filo che gli permetta solo di muoversi in un piano orizzontale, l’ago o il magnete si orientano in una determinata direzione, cosicchè gli estremi si dispongono sensibilmente nella direzione nord-sud del luogo; allontanando l’ago da quella posizione esso vi ritorna dopo una serie d’oscillazioni smorzate, come un pendolo torna alla posizione verticale; e un estremo determinato dell’ago si porta costantemente verso il nord terrestre, l’altro verso il sud. Si dà ad essi il nome di polo nord e polo sud dell’ago o del magnete.
      3. Il polo nord e il polo sud di un magnete attirano indifferentemente un pezzo di ferro dolce (ferro chimicamente privo di carbonio) o anche un pezzo di acciaio che non sia per conto proprio un magnete. E viceversa, se il magnete è mobile, i suoi estremi sono attirati entrambi da un pezzo di ferro dolce o da un pezzo di acciaio che non sia magnetizzato.
     
      4. Avvicinando a un magnete mobile come quello della figura 112 un altro magnete, si constata che tra i poli omonimi c’è ripulsione, tra i poli eteronimi c’è attrazione.
      5. Immergendo un lungo magnete filiforme AB nella limatura, questa si addensa soltanto agli estremi, nei poli (fig. 112); ma spezzandolo a metà si creano nel posto N della rottura due nuovi poli eteronimi, cosicchè ogni parte forma un nuovo magnete completo, A’B’, con due poli opposti agli estremi.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





Disponendo Avvicinando Immergendo