Si noti però che col ferro dolce il campo opposto capace di smagnetizzare la sbarra (2 nel caso della figura) è fornito più che sufficientemente dal suo stesso magnetismo residuo, dopo la soppressione del campo esterno. È perciò che un pezzo di ferro dolce si smagnetizza completamente al cessare del campo esterno. Invece con l’acciaio il campo proprio del magnetismo residuo non basta più a provocare la smagnetizzazione, ed è perciò che si possono costruire solo in acciaio i magneti permanenti. Si noti ancora che l’acciaio raggiunge valori più bassi della magnetizzazione che non il ferro; e che per esso l’area compresa tra i due rami della curva, detta area d’isteresi, è maggiore. E siccome si dimostra che nella magnetizzazione e smagnetizzazione si perde dell’energia, che si converte in calore entro la sostanza, in proporzione dell’area medesima, e poichè questa perdita d’energia è grandemente nociva in tutti i casi in cui il materiale magnetico è sottoposto a campi d’intensità rapidamente variabile, come ha luogo in molti apparecchi di elettricità industriale, l’adozione del ferro dolce in simili casi s’impone.
94. Metodi per calamitare. - Risulta chiaro da quanto precede che per magnetizzare permanentemente un pezzo d’acciaio converrà disporlo in un intenso campo magnetico; l’esperienza ha anche suggerito, conformemente alla ipotesi dei magneti elementari orientabili, di sottoporre il pezzo a delle piccole scosse, che favoriscono la magnetizzazione. Portando via il corpo dal campo, in generale il suo magnetismo diminuisce un poco; e quel che resta come permanente dipende dalla qualità dell’acciaio impiegato.
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