Come è noto i naviganti, fin dal tempo di Flavio Gioia, si servono appunto d’un ago magnetico mobile in presenza di una rosa dei venti, cioè della bussola (fig. 117), per potersi orientare nelle uniformi distese del mare.
Occorre però l’esatta conoscenza della declinazione nelle diverse longitudini e latitudini per poter dedurre, dalla posizione dell’ago, la vera direzione del meridiano geografico. Sono state appunto tracciate le carte magnetiche, nelle quali alcune linee dette isocline, e isogoniche, rilegano i paesi cui spetta la medesima inclinazione o la medesima declinazione. Le prime hanno un andamento prossimo a quello dei paralleli, le altre si avvicinano invece ai meridiani.
La Terra ha perciò un campo magnetico proprio che può ritenersi uniforme, poichè le sue linee di forza, che hanno la direzione della retta d’inclinazione, sono sensibilmente parallele in una estensione limitata. Se l’intensità del campo è F, e un ago ha alle sue estremità le masse magnetiche +m e -m, i poli saranno sottoposti a due forze +mF e -mF, che formano perciò una coppia direttrice. Il suo momento è massimo quando l’ago è normale alla direzione del campo, e si annulla quando l’ago è in equilibrio nella direzione di quello. Quando poi l’ago è mobile in un piano orizzontale, del campo totale F agisce solo la componente orizzontale H (fig. 118), che forma con F un triangolo rettangolo nel quale HOF è l’angolo d’inclinazione.
Anche nel piano orizzontale l’ago è sottoposto a una coppia direttiva costituita dalle forze (fig.
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Flavio Gioia Terra
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