Or appunto per mantenere tra A e B una differenza di potenziale, e la corrente continua che ne è l’effetto, occorre un apparecchio, che noi chiameremo generatore, nel quale si sciupa, durante la produzione della corrente, o energia chimica, o energia termica, o energia meccanica. Noi potremo perciò dire che nel generatore queste tre forme d’energia si convertono in una forma nuova, l’energia elettrica, la quale si converte alla sua volta in calore nel filo traversato dalla corrente. La misura dell’energia elettrica trasformata, fondandoci sulla (1), è data dal prodotto della quantità d’elettricità messa in circolazione per la differenza di potenziale che la mette in movimento.
Ma la corrente elettrica può produrre anche altri effetti, che noi andremo studiando in dettaglio l’uno dopo l’altro; se ne può ricavare energia chimica per mezzo del voltametro o del forno elettrico; energia meccanica per mezzo del motore elettrico; energia raggiante termoluminosa per mezzo delle lampade elettriche, e anche altre forme di energia, di cui dovremo occuparci in seguito, quali l’energia elettromagnetica delle onde hertziane che emanano, per es., dall’antenna di un trasmettitore Marconi.
Per questa qualità di servire comodamente come agente intermediario di trasformazione di una forma d’energia in un’altra, l’energia elettrica ha acquistato la sua attuale importanza industriale; e invero l’energia elettrica possiede due qualità che la rendono assolutamente preziosa, e che la fan somigliare, in certa guisa, al denaro negli scambi commerciali delle merci:
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Marconi
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