Un piccolo ago magnetico tenderà perciò a disporsi secondo la tangente al cerchio che passa pel suo centro; e un insieme di aghi molto piccoli si disporrebbe come nelle due fig. 126, secondo che la corrente, perpendicolare al foglio, è diretta in su o in giù.
L’ago si dirige sempre in modo che la linea di forza entri per il polo sud ed esca per il nord; per conoscere il senso della linea di forza circolare, cioè il senso in cui tenderebbe a muoversi lungo di essa un polo nord, vale la regola detta del cavaturaccioli; il senso in cui il polo nord tende a muoversi è quello in cui deve rotare un cavaturaccioli perchè il suo asse si sposti nel senso della corrente. Questa regola si può facilmente controllare sulla fig. 126.
Ma il caso praticamente più importante è quello di un circuito elicoidale, come quello della fig. 127, circuito che prende il nome di solenoide. In esso le spire possono essere più o meno fitte, e possono sovrapporsi anche in più strati, ricorrendo a filo metallico rivestito di sostanze isolanti, come la seta o il cotone, per obbligare la corrente a traversare successivamente tutte le spire. Gli si dà anche il nome di bobina o rocchetto.
Si può dedurre teoricamente, e noi lo dimostreremo con la esperienza, che il campo prodotto da un solenoide equivale esternamente a quello di un magnete cilindrico avente sulle basi estreme le sue facce polari, e precisamente la faccia nord nell’estremo a sinistra della figura, da quella parte cioè ove le spire presentano le facce nord, perchè la corrente si vede circolare in senso inverso agl’indici d’un orologio.
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