Or come tubi di diversa sezione e lunghezza, sottoposti alla stessa differenza di pressione, dan luogo a diverse erogazioni di liquido, così conduttori di diversa sezione e lunghezza, o anche, a pari dimensioni, di diversa natura, danno luogo a intensità di correnti diverse.
Attribuendo il minore o maggiore flusso di elettricità a una difficoltà nella sua circolazione, o, come noi diremo, a una resistenza offerta dal filo al passaggio della corrente, noi potremo misurare questa resistenza dalla differenza di potenziale occorrente ai suoi estremi perchè nel filo passi l’unità di corrente. Diremo perciò che un filo ha la resistenza di 1 ohm se per produrre in esso la corrente di 1 ampere occorre ai suoi estremi la differenza di potenziale d’un volta; tale resistenza è posseduta da un filetto di mercurio della sezione di 1 mmq. e della lunghezza di cm. 106,2.
Per ciò che riguarda le dimensioni l’esperienza ha dimostrato che la resistenza, definita come sopra, è proporzionale alla lunghezza del filo e inversamente proporzionale alla sua sezione. Cosicchè indicando con K la resistenza di un filo avente 1 metro di lunghezza e 1 mmq. di sezione, la resistenza di un altro filo lungo l metri, e con la sezione di s mmq. sarà
r = Kl/sA pari dimensioni, conduttori di diversa natura presentano resistenza diversa; piccola i metaìli, grandissima quei corpi che chiamammo cattivi conduttori, i quali del resto non son mai perfettamente isolanti. Anche tra i metalli si hanno differenze notevolissime, e perciò il valore K, che suol anche chiamarsi resistenza specifica, è diverso per i vari metalli, come è mostrato dal seguente specchietto, che dà appunto i valori di K; cioè la resistenza, in ohm, di vari fili di 1 m. di lunghezza e 1 mmq. di sezione:
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