Valgono in proposito le due leggi scoperte dal Faraday.
1a legge: Qualunque sia la natura dei processi elettrolitici, primario e secondario, che han luogo in un dato voltametro, il peso dell’elettrolito decomposto, o anche i pesi delle sostanze liberate agli elettrodi, sono proporzionali alla quantità d’elettricità che ha traversato il voltametro.
Così il passaggio di 1 coulomb in un voltametro ad acqua acidulata con H2 SO4 libera al catodo un peso d’idrogeno eguale a 1/96450 di grammo, e se ne svilupperà il doppio o il triplo per il passaggio di due o tre coulomb, cioè per una corrente di 1 ampere per due o tre secondi, o per una corrente di due o tre ampere durante 1 secondo.
2a legge. Per intendere la seconda legge rammentiamo dalla Chimica che chiamasi equivalente chimico d’un elemento il rapporto tra il suo peso atomico e la sua valenza. Così l’idrogeno ha il peso atomico 1, la valenza 1, e l’equivalente chimico 1; l’ossigeno il peso atomico 16, la valenza 2, e l’equivalente chimico 8; il rame ha il peso atomico 63,4 ed è bivalente nei composti ramici, monovalente nei composti ramosi, avrà perciò come equivalente chimico nei primi 31,7, nei secondi 63,4; l’argento, sempre monovalente, ha per equivalente chimico il suo peso atomico 108, ecc.
Se si confrontano ora le decomposizioni che hanno luogo in una serie di voltametri contenenti diversi elettroliti e traversati dalla stessa quantità totale d’elettricità, si troverà che i pesi degli elementi diversi separati sono proporzionali ai rispettivi equivalenti chimici; e che perciò lo stesso numero di coulomb libererà un peso 1 d’idrogeno, un peso 8 d’ossigeno, un peso 31,7 di rame nei composti ramici come il Cu SO4, un peso 108 d’argento e così via.
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Faraday Chimica
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