Raddoppiando il campo elettrico tra A e B si raddoppierà la velocità costante di regime assunta dagli ioni; un numero doppio di questi giungerà nello stesso tempo sugli elettrodi, e si raddoppierà perciò l’intensità della corrente nel circuito che rilega la pila al voltametro. Malgrado il carattere convettivo della corrente, gli elettroliti obbediranno perciò alla legge di Ohm, come i conduttori metallici, e si potrebbe anche misurare in Ohm la loro resistenza dalla differenza di potenziale occorrente per produrre la corrente uno, se non intervenisse una speciale perturbazione agli elettrodi di cui diremo più in là. La resistenza, misurata con metodi opportuni, risulta, come nei metalli, proporzionale alla lunghezza del conduttore elettrolitico, e inversamente proporzionale alla sua sezione.
Un’influenza notevole sulla conducibilità viene esercitata dalla concentrazione della soluzione. Se la frazione di molecole dissociate fosse sempre la stessa, per qualunque concentrazione, allora raddoppiando il numero di molecole sciolte si raddoppierebbe il numero di quelle dissociate, e quindi degli ioni presenti. E poichè al numero di questi è proporzionale la carica trasportata sugli elettrodi sottoposti a una data differenza di potenziale, sarebbe anche raddoppiata la conducibilità della soluzione. L’esperienza ha però rivelato che la frazione di molecole dissociate sul loro numero totale è tanto minore quanto più la soluzione è concentrata. Se perciò a una certa concentrazione sono dissociate la metà delle molecole sciolte, a una concentrazione doppia ne saranno dissociate, per esempio, solo i 4/10; e perciò il numero di ioni esistenti sarà maggiore di quello di prima, ma non sarà il doppio di esso, e perciò la conducibilità diverrà un po’ meno del doppio.
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Ohm Ohm
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