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      Si riconosce allora che la stessa quantità d’elettricità sarà trasportata sugli elettrodi da un certo numero d’ioni monovalenti, o da un numero metà di ioni bivalenti ecc.; e che perciò il peso dell’elemento deposto dal passaggio d’una data quantità d’elettricità sarà proporzionale al peso atomico per gli elementi monovalenti, al peso atomico diviso per due per i bivalenti, e in generale al peso atomico diviso per la valenza.
      La carica trasportata da un ione monovalente è così una costante universale, ed è chiamata carica ionica. Il celebre Helmholtz fece osservare che questo fatto induce a ritenere che anche l’elettricità abbia una struttura atomica, o granulare, e che l’atomo d’elettricità sia appunto la carica ionica; gli ioni monovalenti avrebbero un atomo d’elettricità, i bivalenti due atomi d’elettricità e così via. Queste considerazioni hanno avuto un’importanza capitale nella teoria degli elettroni, i quali sarebbero appunto gli atomi d’elettricità associabili agli atomi materiali, e che si son potuti riconoscere come individualità distinte in alcuni fenomeni di cui ci occuperemo nel seguente capitolo.
      La carica elettrica d’un elettrone, che è la quantità d’elettricità trasportata da un ione monovalente, può essere valutata con una certa sicurezza. Abbiamo detto, invero, che 1 coulomb di carica elettrica è trasportato nell’elettrolisi da un peso d’idrogeno eguale a mg. 0,010368 = gr. 1/96450; vi corrisponde a 0° e a 76 cm. di pressione un volume d’idrogeno eguale a cm3 0,123; e poichè in 1 cm3 d’un gas qualsiasi son contenute (vol.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





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