Da questo punto di vista apparisce però incomprensibile che la sede della f. e. m. sia proprio in quel contatto, mentre i fenomeni energetici che accompagnano la produzione della corrente si svolgono nel posto ove ha luogo l’azione chimica esotermica, cioè nella regione ove lo zinco si va sciogliendo nell’acido.
Noi non possiamo diffonderci sulle innumerevoli argomentazioni che sono state emesse su questo difficile argomento. Ma crediamo utile dare un breve cenno della teoria osmotica della pila, enunciata dal Nernst, che pur essendo stata avversata da numerose e non lievi obbiezioni, da parte specialmente della Scuola Francese, sembra adesso molto in favore presso la maggioranza dei Fisici, e ha permesso in ogni modo di prevedere molti fatti importanti, che l’esperienza ha in gran parte confermato.
Secondo il Nernst i metalli, immersi in una soluzione, hanno una specie di tendenza a cedere alla soluzione i propri atomi carichi di elettricità; così una lastra di zinco in una soluzione ha la tendenza a diffondere ioni di zinco, come un liquido nel vuoto ha la tendenza a evaporare. Ma se il metallo è la soluzione sono isolati, gli ioni che si staccano del primo, e che son carichi d’elettricità positiva, sottraggono elettricità positiva al metallo e la trasportano al liquido, cosicchè a un certo punto si stabilisce una differenza di potenziale tra il metallo e il liquido, e quindi una forza elettrica che impedisce ad altri ioni di abbandonare il metallo, quando la forza stessa, con cui son trattenute dalla lamina a un potenziale negativo, compensa la tendenza alla dissoluzione.
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