Si è profittato, per questa determinazione, del fenomeno detto della condensazione in nebbia del vapor d’acqua soprasaturo.
Era noto che, provocando una rapida espansione dell’aria satura di vapor d’acqua, per il conseguente raffreddamento il vapore prima contenuto diviene eccedente, e si precipita sotto forma di goccioline finissime; ma le gocce, per formarsi, han bisogno di un nucleo, per es. i granellini di pulviscolo sempre esistenti, mentre se l’aria è privata del pulviscolo (con successive espansioni e precipitazioni di vapore che trasporta con sè i granellini nelle gocce prodotte) la condensazione non ha più luogo, a meno che non si ricorra a un’energica espansione, tale da accrescere almeno da 1 a 1,4 il volume primitivo del gas. Sottoponendo questa aria priva di pulviscolo all’azione d’un agente ionizzatore, gli ioni fanno da centri di condensazione, e basta l’espansione da 1 a 1,25 perchè la precipitazione abbia luogo sugli ioni negativi; per un’espansione maggiore fanno anche da centri gli ioni positivi.
In ogni caso la totalità del vapor d’acqua eccedente si precipita sui nuovi centri; e le gocce saranno minutissime e molto numerose se i centri sono in gran numero, e avranno invece volume e peso maggiore se i centri sono in numero minore.
La nebbia formata discende lentamente, come una nuvola limitata superiormente da un piano, entro il pallone di vetro destinato all’esperienza. E dalla velocità della discesa del limite superiore, che è la velocità di caduta delle goccioline, si può per virtù di un calcolo dovuto a Stokes (vol.
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Stokes
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