Basterà quindi un campo più debole per provocare la intensa ionizzazione caratteristica della corrente autonoma o della scarica. Così quando la lunghezza del libero percorso si raddoppia, per la riduzione della pressione a metà, basterà un campo d’intensità metà per rendere un ione atto all’autoionizzazione, e perciò a pari differenza di potenziale si potrà raddoppiare la distanza degli elettrodi. La legge di Paschen viene così giustificata.
Si è potuto riconoscere, con una serie di argomentazioni svolte specialmente da J. J. Thomson a cui essenzialmente si deve questa teoria della scarica, che gli elettroni già esistenti nel tubo in piccolo numero, o emessi addirittura dal catodo, acquistano la velocità necessaria, per provocare la ionizzazione delle molecole che incontrano, proprio entro lo spazio oscuro catodico. I nuovi elettroni creati si muovono nello stesso senso, e danno origine, dopo lo spazio oscuro di Faraday, a una ionizzazione continua o intermittente nella colonna positiva continua o stratificata.
Invece gli ioni positivi generati nel secondo strato si muovono verso il catodo, aumentano di velocità traversando lo spazio oscuro catodico, e giunti alla prima aureola, quella in contatto col catodo, hanno già una velocità sufficiente per dar luogo anche loro alla ionizzazione, creando così i nuovi elettroni che devon continuare il processo, e costituire il flusso permanente di raggi catodici.
Adunque nelle due aureole avverrebbe essenzialmente il processo continuo di ionizzazione che fornisce gli ioni occorrenti alla scarica.
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Paschen Thomson Faraday
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