Questa proprietà, unita a quella di rendere luminoso uno schermo ricoperto di platino-cianuro di bario, e d’impressionare la lastra fotografica, ha permesso la visione o la fotografia dei corpi opachi entro involucri trasparenti per i raggi X, ma non per la luce ordinaria.
E invero la loro propagazione in linea retta fa sì che, limitando alquanto la regione di emissione dei raggi medesimi, e interponendo un oggetto opaco tra la sorgente e lo schermo, si disegna su questo l’ombra dell’oggetto, tanto più nettamente quanto più limitata è la parte utilizzata della sorgente, e più prossimo l’oggetto allo schermo. Così interponendo tra il tubo e lo schermo una scatola di compassi chiusa, si vedono nettamente gli arnesi metallici contenuti, poichè l’involucro in legno è quasi perfettamente trasparente. L’effetto di questa esperienza è veramente meraviglioso.
In generale sono opachi i metalli di elevato peso atomico, anche allo stato di combinazione. E perciò mentre le parti molli e non molto spesse del nostro corpo son piuttosto trasparenti, e determinano delle ombre lievi, le ossa danno un’ombra molto più pronunziata per il calcio che contengono; e riescono perciò visibili, provocando una impressione indescrivibile in chi osserva il fenomeno per la prima volta. La fig. 146 riproduce appunto l’aspetto di una mano, quale si ottiene eseguendo per ombra la fotografia della mano posata su uno chassis in legno, chiuso e contenente la lastra, o quale si può osservare, coi chiari e gli scuri invertiti, direttamente sullo schermo fluorescente.
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