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      La lotta venne quindi concentrata sui 15 Kg. di materiale ottenuto, e si riconobbe l’utilità di separarne il bario, al quale si trovò che era sempre accompagnata la massima attività; questa d’altra parte non è una proprietà del bario come tale, poichè quello estratto da altri minerali non è radioattivo; era dunque evidente che al bario era associato nella pechblenda un nuovo elemento chimico, avente le sue proprietà chimiche, e che lo seguiva perciò nelle successive separazioni.
      Ed effettivamente il nuovo elemento fu trovato; e si potè isolarlo dall’inseparabile bario solo per la alquanto diversa solubilità in acqua dei cloruri rispettivi; si pervenne così a un cloruro del nuovo elemento, cui si diede il nome di radio, che conteneva solo poche tracce di bario, e la cui attività si mostrò, a pari peso, enormemente più grande di quella dell’uranio (da uno a due milioni di volte maggiore). Da una tonnellata di residui di pechblenda si ottengono così due o tre decigrammi di sale di radio, cui corrisponde oggi il valore commerciale di circa 100.000 lire.
      Isolato il cloruro dell’elemento, che si può anche trasformare in bromuro ecc., se ne studiarono le proprietà; e si potè accertare che si aveva veramente da fare con un nuovo elemento chimico, per mezzo dello studio spettroscopico, il quale rivelò alquante righe speciali che caratterizzano appunto il radio; si è potuto anche dalla signora Curie determinarne il peso atomico, che risulta eguale a 225.
      Il bario trascina, nel trattamento dei minerali radiferi, la massima parte dell’attività primitiva; ma anche il bismuto ne trascina una parte, che può sempre più concentrarsi, e che la signora Curie attribuì a un altro nuovo elemento, il polonio.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





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