126. Calore svolto dal radio. - Si deve a Curie la scoperta importantissima che il radio sviluppa continuamente calore, in misura costante, qualunque siano le condizioni ambientali, e che non diminuisce col tempo. Il calore svolto è all’ incirca di 100 piccole calorie all’ora per ogni grammo di radio.
Questo calore, come potè dimostrare anche quantitativamente il Rutherford, ha per origine la forza viva delle particelle (alpha) espulse con grande velocità nell’interno del corpo radioattivo e che non giungono all’esterno perchè trattenute dalla stessa sua massa; infatti uno strato di cloruro di radio di soli 10 micron di spessore arresta i raggi (alpha) provenienti da maggiore profondità.
Inoltre il Rutherford dimostrò che il calore svolto dal radio è per circa tre quarti emesso dalla emanazione in esso contenuta, e che si va sempre distruggendo e riformando dal radio. L’emanazione contenuta in un grammo di radio in equilibrio radioattivo sviluppa perciò 75 calorie all’ora, ma questo calore va diminuendo insieme con l’attività; e prima di distruggersi interamente l’emanazione svolge circa 10000 calorie.
Quell’emanazione, isolata come gas, occuperebbe 0,6 mm.3 circa di volume alla pressione atmosferica; e l’energia contenuta è perciò all’incirca otto milioni di volte maggiore di quella svolta dalla combinazione di un pari volume di miscuglio tonante.
Nè ci deve sorprendere questa enorme differenza; i processi radioattivi mettono in giuoco delle provviste di energia interatomica, mentre nelle reazioni chimiche si estrinsecano solo le azioni d’affinità tra gli atomi.
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