N; esso può divenire in principio quasi eguale a N, ma va poi decrescendo, cosicchè il flusso totale in R varia più lentamente da zero a N, e raggiunge il valore finale solo alla cessazione del flusso opposto proprio decrescente. La corrente indotta in R sarà perciò inversa a quella di S. All’estrazione del rocchetto S o alla rottura della corrente primaria il flusso in R, se non esistesse la corrente indotta, passerebbe bruscamente dal valore massimo N a zero; invece la corrente indotta crea un flusso proprio, decrescente, che si sostituisce al primo, e per virtù di esso si raggiunge più lentamente il valore zero finale. La corrente sarà perciò nello stesso senso di quella di S.
Quanto al valore della f. e. m. indotta vale, per i circuiti di forma invariabile, la seguente legge detta di Neumann: La f. e. m. indotta è eguale alla variazione del flusso nell’unità di tempo. Essa perciò sarà maggiore se la variazione si compie in un tempo più breve. Invece: La quantità d’elettricità che circola nel circuito, durante l’intero processo induttivo, è eguale alla totale variazione del flusso divisa per la resistenza del circuito indotto, qualunque sia la durata della variazione.
Se si vogliono misurare le f. e. m. in volta, e le quantità d’elettricità in coulomb, bisogna moltiplicare i risultati ottenuti con le due ultime leggi rispettivamente per 10-8, e per 10-1.
132. Autoinduzione. - Lo stabilire o l’interrompere la corrente in un circuito crea o distrugge il flusso proprio che lo attraversa; e per la legge generale deve pure crearsi una corrente indotta che si opponga, attenuandole, alle variazioni del flusso.
| |
S. All Neumann
|