Nella fig. 155 OC rappresenta la fase di chiusura, CE la corrente normale, ed EF la corrente finale che segue alla soppressione della pila operata in E.
Invece, per una rottura propriamente detta, la curva corrispondente è sempre molto più ripida di EF, e l’estracorrente dura per un tempo molto più breve.
133. Correnti indotte ed energia. - Riprendiamo a considerare i due circuiti A e B della fig. 151, e supponiamo che in A si trovi un tasto che permetta di stabilire o interrompere la corrente dovuta alla pila P. Nel circuito B si potranno avere correnti indotte o cambiando la posizione mutua dei due circuiti, mentre in A circola la corrente, ovvero lasciandoli in una posizione costante e chiudendo o aprendo il circuito A. Or queste correnti indotte in B vi svolgeranno calore, o potranno produrre altri effetti. Donde proviene l’energia così ottenuta?
Il principio della conservazione dell’energia ci dice che questa produzione di correnti indotte non può essere gratuita. Nel caso del movimento è però facile riconoscere la sorgente dell’energia ottenuta: e invero appena il circuito B comincia a esser percorso dalla corrente, i due circuiti agiscono elettromagneticamente tra loro, come due lamine magnetiche, e si può riconoscere sulla base della legge di Lenz (§ 131), che qualunque sia il senso del movimento le forze elettromagnetiche si oppongono ad esso, e per compirlo loro malgrado noi dobbiamo eseguire un lavoro.
Eguagliando l’espressione del lavoro compiuto, e dell’energia elettrica sviluppata, si perviene all’enunciato della legge di Neumann, che è pure, come sappiamo, conforme all’esperienza.
| |
Lenz Neumann
|