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      La laminetta è provvista d’un’appendice in ferro, affacciata al nucleo di ferro principale; cosicchè, appena la corrente passa e il ferro viene magnetizzato, la laminetta è attirata, si stacca da I e interrompe il circuito. Con ciò la corrente primaria viene a cessare, e con essa la magnetizzazione del nucleo: la laminetta ritorna perciò, per la sua elasticità, in contatto con I; e ristabilisce la corrente, per poi interromperla ancora una volta e così via. A ogni chiusura e a ogni apertura si sviluppa agli estremi del secondario una f. e. m. indotta, che cambia di senso nelle due fasi successive.
      La variazione del flusso è piuttosto lenta alla chiusura; perciò la f. e. m. di chiusura è piuttosto debole, e coincide all’incirca con la f. e. m. della pila moltiplicata per il rapporto tra il numero di spire secondarie e quello delle primarie. Questo rapporto è all’incirca 100 nei buoni rocchetti moderni, e perciò la f. e. m. di chiusura è solo 100 volte più grande di quella della pila.
      Ma alla rottura, se questa si compie molto rapidamente, la f. e. m. può divenire incomparabilmente più elevata. Si è trovato utile a questo scopo far avvenire la interruzione in un liquido isolante anzichè nell’aria, con che la coda EF della corrente primaria (fig. 155) viene molto ridotta e l’annullamento del flusso si compie molto più rapidamente. Ma l’artificio migliore consiste nel rilegare ai poli dell’interruzione, cioè tra la punta e la lamina, un condensatore C (fig. 158). Con ciò la scintilla d’estracorrente primaria viene rapidamente estinta, e la f. e. m. d’apertura nel primario è invece impiegata a caricare il condensatore.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345