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      Si producono così a ogni apertura delle vere oscillazioni elettriche, tra il primario e il condensatore, e il flusso varia alternativamente, col periodo di quelle oscillazioni. Si otterrà quindi nel secondario una f. e. m. molto elevata e di carattere pure oscillatorio.
      In ogni istante del periodo variabile d’apertura o di chiusura, se il secondario non è percorso da corrente ma costituisce un circuito aperto, la f. e. m. ai suoi estremi è eguale a quella variabile che esiste ai poli del primario moltiplicata per il solito rapporto tra i numeri di spire secondarie e primarie, che è come si è detto all’incirca eguale a 100. Si son costruiti rocchetti capaci di dar luogo, alla rottura del primario, a scintille di 1 metro e 20 centimetri tra gli estremi del secondario. Ma anche i rocchetti che si trovano nelle più modeste scuole di Fisica producono con facilità scintille di qualche decimetro.
      All’interruttore di cui abbiamo fatto cenno se ne sono sostituiti molti altri capaci di accrescere il numero di interruzioni per ogni minuto secondo e quindi il corrispondente numero di scintille. Il più interessante è quello di Wehnelt (fig. 159) costituito essenzialmente da un vaso di vetro, pieno d’acqua acidulata, nel quale sono immersi due elettrodi: uno di piombo a grande superficie, e l’altro consistente in un corto filo di platino a che sporge da un tubetto di vetro chiuso in fondo, e contenente mercurio. L’apparecchio si rilega nel circuito primario come nella fig. 160, avendo cura di connettere il filo di platino dell’interruttore col polo positivo della pila, la quale in questo caso deve avere una tensione elevata.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





Fisica Wehnelt