PILA BUNSEN. - Invece della soluzione di solfato di rame il liquido depolarizzante è costituito da acido nitrico; la lamina positiva è un prisma di carbone di storta.
In questa pila e nella precedente, per fare che lo zinco sia attaccato dai liquido eccitatore solo quando la pila è traversata dalla corrente, e in ragione della quantità di elettricità passata, il che è di grande importanza dal punto di vista economico, bisogna amalgamare la superficie dello zinco, cioè, mentre questa è ben pulita, stropicciarvi sopra del mercurio.
La pila Bunsen ha una f. e. m. di circa 1,8 volta. L’acqua acidulata deve contenere 1/20 in volume di acido solforico. L’acido nitrico deve essere concentrato a più di 30° Beaumé.
In queste condizione la pila, per il passaggio della corrente di un ampére durante un’ora, consuma 1,3 grammi di zinco.
PILA GRENET. - In questa pila (fig. 163) il liquido depolarizzante è mescolato al liquido eccitatore; si ottiene tale miscuglio sciogliendo gr. 100 di bicromato di potassio in un litro di acqua bollente con gr. 50 di acido solforico.
Gli elettrodi sono uno di carbone e uno di zinco in lastre molto vicine; siccome lo zinco è attaccato anche in circuito aperto, un dispositivo semplice lo solleva dal liquido quando la pila non è in funzione. Questo elemento e i suoi derivati son poco economici nel funzionamento, ma permettono, per poco tempo, di aver correnti assai intense; infatti la loro f. e. m. è superiore a 2 volta, e la resistenza che oppone il liquido al passaggio della corrente è ben piccola, per l’assenza del vaso poroso, e la vicinanza degli elettrodi.
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Bunsen Beaumé
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