Si distinguono due grandi categorie di macchine dinamo-elettriche: quelle a correnti continue e quelle a correnti alternate.
Nelle prime la corrente generata, pur non essendo rigorosamente costante, circola sempre in un senso. Nelle altre invece la corrente circola alternativamente nei due sensi, invertendosi, nei casi più comuni, un centinaio di volte a ogni minuto secondo, e determinando degli effetti sensibilmente costanti per quelle applicazioni in cui l’energia elettrica produce fenomeni identici qualunque sia il senso delle correnti: esempio tipico il riscaldamento dei conduttori, su cui si fonda l’illuminazione elettrica.
146. Dinamo a correnti alternate. - Immaginiamo un telaio (figura 165) sul quale sia avvolto del filo metallico in spire formanti unico circuito, e avente gli estremi saldati a due anelli a, b.
Si disponga il telaio in un campo magnetico, e gli si imprima un rapido moto di rotazione intorno a un asse perpendicolare al campo.
Durante la rotazione il flusso di forza attraverso il telaio, grandissimo se è intenso il campo e numerose le spire, cambierà di valore in modo continuo: esso sarà nullo quando il telaio ha le sue spire disposte parallelamente al campo, massimo se le spire son perpendicolari al campo stesso, e in quest’ultimo caso per un mezzo giro il flusso tornerà a essere massimo, ma penetrerà nel telaio per la faccia opposta a quella per cui penetrava prima. In conseguenza di queste variazioni del flusso, tra gli estremi del circuito, cioè tra gli anelli, avremo una forza elettromotrice che sarà in un senso quando il flusso aumenta, in senso inverso quando il flusso diminuisce, che sarà cioè alternata.
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