Converrà adunque, riassumendo, elevare la tensione alla partenza e abbassarla all’arrivo. A ciò provvedono i trasformatori di tensione.
Finchè si tratta di correnti alternate tale trasformazione è molto facile, ed è sopratutto questo che rende le correnti alternate adatte per i trasporti a grandi distanze.
Avvolgiamo sopra uno stesso nucleo di fili di ferro, come nel rocchetto di Ruhmkorff, due circuiti: uno costituito di filo grosso in poche spire, e l’altro di filo sottile in spire più numerose; facendo passare per il primo una corrente alternata di grande intensità, avremo una magnetizzazione del nucleo anch’essa alternativa, e quindi, variando periodicamente il flusso di forza nel secondo circuito, otterremo agli estremi di questo un’altra f. e. m. alternativa. Si dimostra che se E è la forza elettromotrice agente nel primo circuito e I l’intensità che l’attraversa(5), E’ la f. e. m. generata agli estremi dell’altro e I’ la corrente indotta ottenuta, si ha sensibilmente,
EI = E’I’
e perciò l’energia spesa nel primo circuito viene restituita, in realtà con una piccola perdita che può essere minore del 5%, nell’altro; e inoltre E’ è tanto più grande di E, quanto il numero di spire del secondo è maggiore di quello del primo; come nel rocchetto di Ruhmkoff.
Un tale apparecchio risolve quindi completamente il problema. Risulta infatti evidente che esso permetterà di elevare la tensione alla partenza, rilegando la dinamo al circuito grosso e la linea a quello sottile; e un apparecchio simile permetterà di abbassare la tensione all’arrivo, rilegando al circuito sottile la linea, e al circuito grosso i ricevitori a bassa tensione.
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Ruhmkorff Ruhmkoff
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