Se ne conoscono moltissimi tipi. Daremo solo un cenno del funzionamento del misuratore di Thomson, da cui derivano moltissimi altri (misuratore Schückert ecc.).
Il misuratore Thomson è appunto un vero motorino elettrico, nel quale il campo induttore è dato da una spirale a filo grosso percorsa dalla totalità della corrente usufruita dall’abbonato, mentre l’indotto, resistentissimo perchè di filo molto fine, è, per mezzo di un piccolo collettore in argento disposto in derivazione ai poli del circuito dell’abbonato.
Nell’indotto passa sempre una corrente proporzionale, come nei Voltimetri, alla tensione esistente agli estremi nel circuito; appena in questo passa una corrente, per es., per l’accensione di lampade, il motorino si mette in azione.
L’albero dell’indotto porta un disco di rame che si muove tra i poli di alcune calamite; per fenomeni di induzione il movimento del disco viene allora ostacolato, come se le calamite destassero nell’intorno del disco una speciale viscosità.
E si dimostra che il numero totale di giri compiuto dall’apparecchio in un certo tempo è proporzionale all’energia consumata in quel tempo dall’abbonato; quindi quel numero di giri, valutato con un contagiri opportuno, potrà esser ridotto facilmente in watt-ora consumati. Ciò si fa direttamente coi numeri scritti sui quadranti nei quali si spostano le lancette del contagiri, e che permettono di leggere senz’altro il valore dell’energia consumata, come nei contatori a gas per il consumo in metri cubi.
I misuratori vengono ordinariamente forniti al pubblico dalle società esercenti la vendita dell’energia elettrica.
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