Al contrario di quanto avviene per i misuratori a gas, nessuna legge finora prescrive che essi debbano venire controllati dalle Autorità Governative. Può quindi essere utile indicare come si possa procedere per tale verifica.
Bisogna disporre: di un amperometro di precisione, di una batteria di lampade, di un orologio, e, se la tensione fornita non è conosciuta in modo certo, anche di un voltimetro.
Si dispone quindi un circuito comprendente le lampade e l’amperometro, dopo aver prima valutato la tensione, qualora essa non sia nota di già.
Osservata la posizione iniziale del contatore, si chiude il circuito, segnando contemporaneamente l’ora segnata dall’orologio; si legge il numero di ampére della corrente utilizzata, e si aspetta un certo tempo, per esempio un’ora. In questo tempo l’amperometro darà indicazioni sensibilmente costanti, se anche la tensione è costante. Alla line esatta dell’ora si interrompe la corrente, e si va a guardare la nuova indicazione del contatore. Per differenza con la precedente sua indicazione si avrà il numero di watt-ora registrati dall’apparecchio.
Questo numero deve trovarsi uguale a quello che si ottiene valutando direttamente l’energia consumata, cioè moltiplicando il numero di ampére per il numero di volta e per il tempo, che in questo esempio ha il valore uno, poichè l’esperienza è durata un’ora.
Ordinariamente i misuratori, per ragioni inerenti alla loro costruzione meccanica, non si mettono in moto se si utilizza una potenza che sia circa l/50 della potenza massima per cui sono adatti.
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Autorità Governative
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