166. Arco a corrente alternata. - Si può avere un arco persistente anche con correnti alternate, nel qual caso i due carboni presentano un comportamento simile, sia nel consumo, che nella luminosità e nella forma.
Così mentre con le correnti continue, disponendo il carbone positivo in alto, il cratere proietta in basso la luce che in esso si genera, con le correnti alternate, nello spazio di sopra e al di sotto dell’arco, la luce è ugualmente distribuita.
Una differenza caratteristica con gli archi a corrente continua si ha nel valore della tensione da impiegare: mentre nel primo caso si ricorre a f. e. m. superiori a 40 volta, con le correnti alternate basta una tensione minore, da 23 volta in sopra. Il rendimento luminoso è però minore, a pari energia spesa, con le correnti alternate.
La luminosità di una lampada ad arco eccitata da correnti alternate non è costante, ma segue alquanto le rapide variazioni periodiche della corrente. Ciò non produce gravi inconvenienti con gli oggetti fissi, perchè l’occhio non avverte tali variazioni, per la persistenza delle immagini nella retina. Invece il fenomeno riesce marcatissimo con gli oggetti in moto, i quali si vedono diversamente illuminati nelle successive posizioni, generando degli effetti piuttosto spiacevoli. Qualche cosa di simile, ma in misura incomparabilmente minore, si verifica anche con le lampade a incandescenza.
167. Rendimento luminoso delle lampade ad arco. - Con due carboni verticali, esattamente l’uno sul prolungamento dell’altro, la luminosità della lampada non presenta notevoli differenze nei vari piani verticali passanti per i carboni.
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