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      Invece in uno di questi la luminosità dipende moltissimo dall’inclinazione sotto cui si riceve la luce dell’arco.
      Ciò si spiega pensando che negli archi a corrente continua la sorgente luminosa è costituita in fondo dal cratere positivo, che è disposto al di sopra e rivolto in basso. Avendosi una diversa intensità luminosa nelle varie direzioni, non si può più parlare che in base a convenzioni speciali dell’intensità luminosa della lampada. Si chiama intensità media sferica l’intensità di una sorgente che, irradiando ugualmente in tutte le direzioni, emetta un flusso luminoso totale eguale a quello emesso dalla sorgente reale.
      Questa intensità media sferica è perciò la media delle intensità emesse in tutte le direzioni.
      Per le lampade ad arco, la tensione variando poco, l’intensità luminosa dipende quasi esclusivamente dall’intensità della corrente, ed è all’incirca proporzionale ad essa.
      Il consumo specifico per candela sarebbe in media mezzo watt, cioè 1/6 di quello relativo alle lampade a incandescenza e 1/4 di quello relativo alla lampada Nernst.
      168. Regolatori delle lampade ad arco. Resistenza addizionale. - Per avvicinare i carboni, a misura che essi si van consumando, si ricorre ad alcuni meccanismi più o meno complicati, detti regolatori; tale meccanismo deve inoltre permettere che i carboni, all’istante dell’accensione della lampada, vengano prima messi in contatto, poi staccati e portati alla distanza voluta.
      Tale risultato è ottenuto per mezzo di elettro-calamite convenientemente disposte.


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Nozioni di Fisica per le scuole secondarie
Volume 2. Calore - Ottica - Elettrostatica e Magnetismo - Corrente elettrica - Elettrotecnica
di Orso Mario Corbino
Sandron
pagine 345

   





Nernst