- S’intende da quanto precede l’importanza industriale della scoperta di Galileo Ferraris, la quale permise la costruzioni dei motori a campo rotante capaci di mettersi in moto con piena indipendenza dal periodo della corrente alimentatrice, e il cui funzionamento pratico è forse più semplice di quello dei motori a corrente continua.
Ricordiamo che un sistema di telai, come i tre AB, CD, EF che si vedono in proiezione nella fig. 172, formanti fra loro angoli eguali, ruotando intorno all’asse O, normale al piano della figura, in un campo magnetico normale all’asse, genera nei tre telai tre correnti alternate trifasiche, o spostate di 1/3 di periodo l’una dall’altra. Or il Ferraris previde col calcolo e ritrovò con l’esperienza che inviando queste tre correnti in tre telai identici ma fissi, si genera nel loro interno un campo magnetico rotante intorno all’asse O dei telai, e capace perciò (§ 137) di trascinare una massa metallica o un sistema opportuno di circuiti chiusi su se stessi, girevole intorno a O. - Sul sistema mobile, entro limiti molto larghi della sua velocità di rotazione, si esercita sempre uno sforzo, che è massimo per un certo valore di essa; e lo sforzo diviene nullo solo quando il sistema e il campo girano sincronicamente.
Noi dobbiamo però contentarci di questi cenni rudimentali sul principio di funzionamento dei motori elettrici, che son divenuti insieme alle dinamo, dei meccanismi in cui c’è ormai ben poco da migliorare, grazie alla felice successione dei perfezionamenti costruttivi sempre suggeriti dallo studio teorico delle condizioni di funzionamento.
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