Date il passo al tribuno della plebe."
Evviva il tribuno!
esclama di rimando il buglione.
Non esitiamo ad affermare che oggidì avviene lo stesso. Ma che è oggi più scaltra di quel che non si pensi, sa che quando un cittadino delle classi superiori discende tra essa, è segno che è curioso di spiarne la vita intima, oppure che è bisognoso dell'opera sua, perciò si mostra riottosa e diffidente; di modo che, chi si cala ne' covili di essa può a ragione credersi venuto tra un popolo barbaro e selvaggio, cento occhi gli sono tosto addosso con una certa espressione di tenerezza, che pare gli dicano: Non essere indiscreto o ti facciamo la festa.
Innanzi di proceder oltre, conviene che qui riveliamo il nome generico che ha la plebe milanese. Le varietà di essa sono infinite e molti però sono i nomi che nel gergo o linguaggio furbesco le si applicano, però il nome generico, con cui l'intiera classe designa chi le appartiene è quello di lôcch.
Rancidumi statistici
Ecco dei dati statistici i quali si possono dire archeologici, ma che non saranno per tornar utili per ragione di confronti.
Portiamoci col pensiero al 1871.
Le mura di Milano ricingono 794 ettare di terreno, su cui formicolano 199,009 persone. Di queste 100790 appartengono al sesso mascolino e 98,219 al femminino, la quale prevalenza fisiologica dei maschi sulle femmine venne anche, or non ha molto, posta in rilievo dal dottor Romolo Griffini nella sua relazione sul Brefotrofio della città nostra.
Ebbene, su tanta popolazione non possiamo notare che 65,365 coniugati; il resto della popolazione si compone di 16,735 vedovi, ed horribile dictu! di 116,909 celibi.
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Milano Romolo Griffini Brefotrofio
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