Ett. 81
Ett. 77
MostoEtt. 5,776
Ett. 406
Uva ridotta poi in vinoEtt. 24,000
Ett. 36,000
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TotaleEtt. 274,577
Ett. 274,514
Avvertiamo il lettore che non abbiamo voluto prendere come termine di confronto l'anno 1881, perchè durante quell'anno ebbe luogo in Milano l'Esposizione nazionale che ha fatto succedere un aumento eccezionalmente sproporzionato nel consumo di ogni genere di cibi e di bevande.
Ed ora ecco i dati del consumo dell'alcool:
1876
1880
Alcool inferioreEtt. 2,953
Ett.2,900
Alcool superiore
4,362
4,891
Alcool in bottiglie
229
311
Alcool in mezze bott
21
19
Alcool fabbr. in città
3,294
4,000
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TotEtt. 10,859
Ett. 12,121
Concediamo che di tutto quest'alcool due terzi sia impiegato nell'industrie e nella chimica, ma un buon terzo, si può quasi scommettere, che scende nel gorgozzule dei nostri concittadini e va a finire nel laboratorio dello stomaco.
Vi meravigliereste ora se vi dicessero, che il vizio dell'ubbriachezza in Milano cresce, cresce, cresce?
Ogni misero è re se il vin lo scalda, ha detto Pope nel suo Saggio sull'Uomo, epperò in mezzo all'aria repubblicana, che d'ogni intorno spira, il numero de' re (secondo Pope) andrebbe aumentando.
Nel suo libro Intemperanza e Miseria il Léfort distingue l'ubbriacatura dall'ubbriachezza, la prima errore, la seconda vizio; ma invano egli vorrebbe trovare delle attenuanti per l'errore, chè è per l'appunto questo che avvia alla colpevole abitudine.
È curioso che da Pitagora al Mantegazza tutti i pensatori hanno alzata la voce contro l'ubbriachezza, ma non per questo il brutto vizio è cessato o accenna almeno a diminuire.
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