Ma dormivano, ed un vecchio proverbio dice: Chi dorme non pecca.
Tralasciamo di descrivere le scene poco edificanti, sulle quali c'è caduto lo sguardo in queste nostre visite. Non scriviamo a provocare la corruzione, ma ad eccitare in chi può e in chi deve il desiderio e la volontà di porre rimedio a questi orrori.
I quali non sono del resto più deplorevoli di quelli che riscontransi in tutte le grandi città e che anche noi abbiamo avuto occasione di vedere in Parigi.
Ma siccome parlando della capitale della Francia, della capitale del mondo, si potrebbe credere, che uno stolto chauvinisme ci inducesse a sparlarne, così a dare valore al nostro dire ci gioveremo dell'autorità di uomini, che hanno parlato per vero dire, non per odio d'altrui nè per disprezzo.
Nella capitale della civiltà.
Se a Milano la classe povera dorme male a Parigi dorme peggio. E là non v'è neppur oggi alcun indizio di miglioramento.
Il Frégier fin dal 1840 dipingeva, coll'efficacia della verità, la condizione deplorevole dei poveri abitanti in Parigi.
La popolazione operaia vi era, a suo dire, così numerosa che in tutte le ipotesi non si poteva sperare di provvedere pur coll'aiuto degli stabilimenti di beneficenza, che ad una picciola parte de' suoi bisogni.
Ed aggiungeva: Il concorso dell'iniziativa privata sarebbe dunque indispensabile, e quindi importerebbe perfezionare questo concorso.
La legge del 22 luglio 1791 determinando le regole della polizia municipale, ha sottoposti (art. 5) i locandieri, padroni e appigionatori di camere ammobigliate, all'obbligo di tenere un registro firmato e controllato dal commissario di polizia, per l'iscrizione di quanti alloggiano presso di loro, anche per una sola notte.
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