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      Si indietreggia spaventati di vedere che una creatura vivente può respirare in quell'aria ammorbata.
      Ah, che si comprendono meglio allora quelli che, fuggendo l'orrore di simili ricoveri, vanno a dormire a cielo aperto alla mercè della pioggia, che può cadere, o della ronda di polizia, che può sopravvenire!
      Non è tutto rose neppure per quelli che, dormono sotto la folta chioma degli olmi dei Champs Elysées o nelle cantine delle case in costruzione, poichè il più delle volte vanno a finire la loro notte alla polizia. Maggiormente da compiangere sono coloro, che senza riflessione nè previdenza, cercano un asilo sotto gli archi laterali dei ponti sulla Senna e vi dormono bagnati, sotto la sferza d'una corrente d'aria fredda ed umida che paralizza loro le membra e li manda ben presto all'ospitale colpiti da reumatismi articolari. Il luogo prediletto dai vagabondi e dai ladri furono per lungo tempo le fornaci di calce di Montmartre, ma dopochè queste ultime sono state abbandonate, essi si sono dispersi parte a Bagnolet e parte a Pantin. Vi è però un luogo ch'essi frequentano volentieri a Parigi e che è conosciutissimo, perocchè chicchessia ha inteso certo parlare delle carrières d'Amérique.
      Non è là, come si crederebbe, ch'essi si rintanano durante le notti d'inverno. Tali cave per vero dire sono inabitabili anche per uomini rotti a tutte le durezze della vita all'aria aperta; sono dei lunghi anditi, in cui l'acqua cade a goccia a goccia su terreno così bagnato, che vi si cammina nel fango fino al collo del piede.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





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