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      Questa descrizione dello stato di una grande parte degli operai non è esagerata, nè mendace. Il Dauby non è persona sospetta di simpatie demagogiche, anzi abbiam sentito da parecchi tacciar di codino lui e il suo libro.
      Il signor cav. J. Dauby, autore di molti bellissimi libri popolari, era nel 1874 amministratore del Monitore Belga, ma fu un tempo semplice operaio.
      Il benemerito tipografo della città nostra cav. Angelo Colombo, amico ed ammiratore di quello scrittore, ci narrò come quegli dall'umile sua condizione abbia potuto salire tanto alto.
      Entrato nel 1840, dice il cav. Colombo, per una felice congiuntura di poche ore, nella stamperia del signor G. Lesigne, vi rimase per ventiquattro anni. Il suo padrone non tardò guari ad affidargli la direzione del suo stabilimento, incombenza, alla quale in seguito aggiunse la tenuta della contabilità e la correzione degli stamponi. Fu in questo mezzo che il Dauby fece amicizia con alcuni eminenti personaggi, che gli professarono grande benevolenza ed esercitarono sulla sua vita un ascendente per lui decisivo. Fra essi noi citererno per tacer d'altri, il compianto Edoardo Ducpetiaux, ispettore generale delle carceri e degli stabilimenti di beneficenza dei Belgio, uomo di fama europea, ed il conte G. Arrivabene, divenuto poi senatore del Regno d'Italia.
      E Ducpetiaux, che si occupava indefessamente d'opere di riforma in favore di quelli che la fortuna aveva diseredati, organizzò a Bruxelles nel 1856 un'Esposizione internazionale d'economia domestica, ch'ebbe buonissimo esito.


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Milano in ombra.
Abissi plebei
di Lodovico Corio
Civelli Milano
1885 pagine 124

   





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