Il padre coi due figliuoli vengono ricoverati nell'Asilo Lorenzo; la madre colla bambina nell'Asilo Teresa.
Altri infelici sopraggiungono timidi, peritosi; alcuni hanno fame.
Si provvede loro, vengono confortati; e, scoccata l'ora stabilita, tutti vanno a dormire.
Sono molti, molti gli ospiti, non moltissime invece le ricoverate. Tra le cagioni di questo fatto devesi mettere anche la mancanza di coraggio della donna, la quale, finchè può, a costo anche di qualunque vergognoso sacrificio, non si lascia indurre a chiedere la carità. La donna non si arrende alla miseria, se non quando ha acquistata la triste certezza, che essa più non può piacere ad alcuno.
Ogni giorno che passa nuovi beneficii apportano ai poveri gli Asili notturni.
Centinaia e centinaia di persone ogni settimana vi trovano ricovero e soccorsi. Molti degli ospiti vengono occupati e col lavoro viene loro assicurata una vita onesta e decorosa. Oh benedetti gli Asili notturni!
25 dicembre 1884. Le sale di lettura degli Asili notturni sono tramutate in sale da pranzo, addobbate di festoni di edera. Sono apparecchiate le mense, adorne di fiori. In questo giorno di gioia per tutti, non doveva mancare la consolazione della carità ai derelitti.
Chi non ha un posto alla mensa domestica o alla mensa di un amico, ha qui il suo posto. Pace e benevolenza tra gli uomini! È questo il savio motto ispiratore del banchetto dei poveri.
Perdonate all'ingiustizia dei vostri simili; perdonate a chi è cagione delle vostre miserie; riconciliatevi con voi, se voi stessi foste per avventura la cagione della vostra infelicità; pensate ad emendarvi, e a beneficare voi colla vostra operosità. Ma intanto gioite della carità dei buoni.
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