aturali ragioni, restai persuaso, che dall'ordine, & dal disordine dovevano per necessità nascer'i sopradetti contrarii effetti, & inanimato dalla speranza, deliberai, per non morire, & uscir de tormenti, di darmi al viver regolatamente. Onde informato da loro del modo ch'io doveva tenere, intesi ch'io non haveva ne à mangiare, nè à bere se non de cibi, & del vino che si chiamano d'amalato; & dell'uno, & dell'altro in poca quantità. Questo, per dir il vero, mi havevano commesso anchora per innanzi, ma in quel tempo io, che voleva viver'a mio modo, ritrovandomi come dir satio di tai cibi, non restava di contentarmi, & mangiava delle cose, che mi piacevano; similmente sentendomi come arso per il male, non restava di bever vini, che mi gustavano, & in gran quantità; & di ciò non diceva cosa alcuna à Medici, si come fan tutti gl'infermi. Ma poi ch'io hebbi deliberato di esser continente, & ragionevole, vedendo, che non era difficil cosa, anzi era debito proprio dell'huomo, mi posi di tal maniera a quella sorte di vivere, che mai in cosa alcuna non disordinai, il che facendo, in pochi dì cominciai à conoscer, che tal vita mi giovava assai; & seguendola, in men d'un'anno fui (& parrà forse incredibile ad alcuno) risanato di ogni mia infermità. Fatto adunque sano, mi posi à considerare la virtù dell'ordine, & dire fra me medesimo, che se l'ordine haveva havuto forza di vincere tanti mali, quanti erano stati i miei, haverebbe maggiormente forza di conservarmi nella sanità, & di aiutar la mia mala complessione, & di confortare il molto mio debile stomaco.
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