Però mi posi diligentissimamente à volere conoscere i cibi, che fossero à mio proposto, & prima deliberai di farne sperienza, se quelli che al gusto piacevano, mi giovassero, ò pur mi fossero di nocumento, per conoscere, se quel proverbio, che io haveva già tenuto per vero, & che verissimo universalmente si crede che sia, anzi è il fondamento di tutti i sensuali, che seguono i loro appetiti, era in fatto vero, che dice, che quello che sà buono, nutrisce & giova. Il che facendo, ritrovai ch'era falso; perché à me il vin brusco & freddissimo sapeva buono, & così i Meloni, & gl'altri frutti; le insalate crude, i Pesci, la carne di Porco, le Torte, le Minestre di legumi, i Mangiari di pasta, & simili altre vivande, che mi dilettavano sommamente, & pur tutte mi nocevano così havendo conosciuto, che tal proverbio era falso, per falso l'hebbi. Onde fondato sopra la esperienza, lasciai la qualità di tali cibi, & di tali vini, & il ber freddo, & elessi vino appropriato allo stomaco mio, bevendone quella quantità, che conosceva, che con facilità poteva smaltire. Il simile feci de i cibi, così nella loro qualità, come nella quantità anchora, avezzandomi a fare, che l'appetito mio non restasse mai satio di mangiare, & di bere; ma tale si partisse da tavola, che potesse anchora mangiare, & bere seguendo in ciò quel detto, che dice, che il non satiarsi di cibi è uno studio di sanità: & così levandomi per queste cagioni dalla crapula, & disordini, mi diedi alla vita sobria & regolata, la quale operò in me prima quello, ch'io ho detto di sopra, cioè, che in men d'un'anno fui liberato da tutti i mali, che avevano fatto così gran principio in me, anzi come ho detto, tanto progresso, che erano fatti quali incurabili.
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